Pidocchi e patto atlantico

pediculosi

Io non capisco come faccia Francesca a portare gli occhiali da miope e a vedere i pidocchi sulla testa dei nostri figli. Anche in penombra. Anche in condizioni estreme. Deve essere qualche strano gene nel cromosoma X, perché io non ce l’ho mica quella cosa lì.
Se lasciamo perdere l’ultimo anno, in cui l’età mi ha regalato un po’ di presbiopia, io ci ho sempre visto perfettamente. E per me i pidocchi sono invisibili. Cioè, se poi li troviamo col pettinino e li mettiamo su una superficie liscia, avvicino il naso dico “Aaaahhh: quello!”. Ma come esploratore sono incapace.

Ieri sera abbiamo fronteggiato un altro attacco di pidocchi. Non è il primo. Con tre figli tra elementari e materna non sarà neanche l’ultimo.
Le prime volte ci ha preso una specie di panico. Abbiamo denudato i bambini e li abbiamo lasciati nudi nella vasca. A prendere freddo rannicchiati, in una specie di isolamento, intanto che li controllavamo con ansia e cura. Una posizione a metà tra Minority Report e Staten Island, per capirci.
Tutti i vestiti, le lenzuola, le federe, i copri divani, i cuscini del salone. Tutto buttato sul terrazzo per essere messo in lavatrice in una simulacro di falò rituale.
Poi le teste dei bambini venivano passate e ripassate per ore. Spesso poi venivano rapati (almeno i maschi) e trattati con prodotti potentissimi che uccidono le uova e sarebbero in grado di disboscare mezza giungla vietnamita. Andavamo avanti ore con lozione, shampoo, lozione e insulti ai parassiti e alla sorte malevola.
Il tutto veniva somministrato in una emulsione strana di fastidio e sensi di colpa. Come se questi figli contaminati li avessimo lavati poco, li avessimo curati male, li avessimo abbandonati. In una spirale colpevole che cresce come il prurito nervoso che prende chi parla di pidocchi. (Sono sicuro che un po’ di prurito lo stia provando anche chi adesso sta leggendo)
Adesso no. Siamo cambiati, abbiamo imparato. Abbiamo fatto pace con questi intrusi. Abbiamo capito, non solo a parole, che stando in mezzo agli altri bambini i pidocchi si possono prendere. Da altri bambini come loro, non per forza peggiori di loro su qualche discutibile scala delle nostre ansie. Non per forza da bambini più sporchi, più poveri, più immigrati dei nostri figli.
Abbiamo capito che l’unico modo veramente sicuro di non farli entrare in contatto coi pidocchi sarebbe chiuderli in un vaso sottovuoto. I bimbi, intendo. Allora no. Che li prendano pure, questi pidocchi. Ma che non perdano nessuna occasione di giocare con gli altri, di stare con gli altri.
Ieri sera abbiamo avuto un approccio più sereno. Abbiamo svestito i bimbi e controllato le teste. Li aveva solo Federico. Senza uova, meno male. Abbiamo colto l’occasione per tagliare i capelli a Luca. Usato cura e sorrisi (e l’agente arancio che avevamo pronto nel mobiletto del bagno).
Pensavo che questa cura e precisione e pazienza nel fronteggiare gli attacchi esterni è una bella lezione.
Pensavo che io vorrei abolire le spese per gli armamenti e affidare la difesa non a soldati pigri e impreparati, ma a mamme che hanno avuto a che fare coi pidocchi. E lo hanno fatto con cura e decisione.

39 comments

  1. Subito a grattarmi la testa. E anche qualcosìaltro (che comunque non ho, ma è il pensiero che conta), perchè per quest’anno ancora nulla pidocchi. Ma ho già dato, negli anni passati! E capisco! Oh, se capisco!!!

  2. I pidocchi sono l’incubo della mia vita. La mia primogenita li attira come una calamita. Li ha presi qualcosa come 7 volte, di cui alcune con recidive, nel corso della sua carriera scolastica, e le ho rovinato la cute a forza di trattamenti. Basterebbe che tutti i genitori avessero voglia di controllare e provvedere, e che gli insegnanti fossero liberi di segnalare i casi senza rischiare di essere denunciati, per risolvere il problema. Sono miope anch’io, sì, ma ormai li riconosco a distanza, distinguo i cuccioli dagli adulti, le lendini morte da quelle vive. Potrei chiedere un diploma di esperta all’asl.

  3. Bravo, perchè i pidocchi quello che fanno meglio è minare la tua autostima. Ti senti violato e ferito. E vulnerabile.
    Io ho preso i pidocchi per la prima (e finora unica) volta che avevo 15 anni e me ne accorsi nel modo più truce: mentre leggevo un libro sul banco, mi cadde una bestiolina tra le pagine.
    Ancora ricordo quei momenti.
    Chi sopravvive ai pidocchi può sopravvivere a tutto.

  4. ero arrivata a stirare i pelouches e volevo rasare il gatto. ora ci rido anch’io, però il trattamento si fa lo stesso, immediatamente e senza storie, che diamine

  5. BRRRRRRRRRRR! Che brutti ricordi!
    Li ho presi a 20 anni e li ho combattuti con la diplomazia del Generale Patton.
    Quindi suggerirei alla NATO di non prendere quelle come me.

  6. M7a figlia, sette anni, ancora non li ha presi. Ogni tanto faccio un controllo, ma coi capelli biondi è difficile vedere le uova… comunque mi sto grattando la testa

  7. allora, siccome anche dalle nostre parti tre teste su quattro in questi giorni sono in clima pediculosi, questo post lo sento mooooolto vicino per vari motivi.
    uno, sono miope come francesca, ma vedo perfettamente lendini e ospiti sull’altrui capo: ma ci sta, non siamo presbiopi, appunto, e i capelli li osserviamo da pochi cm e non da qualche metro.
    due, volevo scrivere un post tipo questo, alla fine dire che quanto scritto era tutto falso (tipo, ieri era pure il primo di aprile) e che l’unico scopo era una ricerca scientifica per dimostrare su una casistica ampia e prospettica :D quante persone si fossero grattate la testa leggendo il medesimo.
    tre, giusto per dire: ma quanto c…o costano i prodotti per il trattamento, limortacciloro?!?

  8. I miei ancora non li hanno presi, ma è un continuo allarme. La prima volta nell’avviso sul diario aveva scritto così “I genitori sono pregati di controllare i bambini perché ci sono stati dei casi di pericolosi”. E io “Nicco, ma la frase non è finita, casi di pericolosi cosa?” “no mamma, pericolosi e basta”. E con mio marito “ma che saranno questi casi pericolosi? qualcuno avrà portato a scuola qualcosa di pericoloso? E noi come facciamo a controllarli se siamo a casa? dobbiamo controllare che non portino oggetti pericolosi a nostra insaputa? Nicco, ma è successo qualcosa a scuola? Qualcuno si è fatto male?” “No, mamma, niente” “Ma allora cosa sono questi casi pericolosi di cui parla la maestra?” No, pericolosi, o forse periculosi sono i pidocchi!”

  9. Accidenti, ammirevoli davvero.
    Noi li abbiamo presi a settembre (il plurale non è maiestatis, ce li siamo proprio presi tutti e quattro), ce ne siamo accorti a ottobre, abbiamo avuto una recidiva a novembre.
    Non ho dato fuoco alla casa solo perché non ne ho una di scorta. Ho vissuto nell’incubo per mesi.
    E ora leggendo ho ricominciato a grattarmi.

    Alla scuola di mia figlia li abbiamo introdotti noi, e le suore si sono limitate a scrivere un avviso sibillino in bacheca: “Tenete controllate le teste dei vostri figli”. Secondo me alcuni genitori sono andati dritti dal parrucchiere…

  10. Un mio amico, quando ho detto che il principe aveva preso i pidocchi, mi ha risposto “bene, amici in più!”

    I prodotti oggi in commercio sono molto efficaci, quando ero piccolina io debellarli era una vera guerra, ho ricordi orribili.

    mezzastrega

  11. Bellissimo post. A volte per “guardare oltre” basta partire anche da minuscoli ospiti sgraditi. :-)

  12. Così, uguale uguale, la prima volta, andare in farmacia alle dieci di sera e finire stremati all’una di notte. Stremati e soddisfatti. Complici. Io avevo messo tutto un un sacco nero del pattume, di quelli condominiali e poi in un gigantesco freezer a pozzetto. Perchè la roba delicata o la lana mica puoi lavarla a 90 gradi. Ho poi rischiato che mio figlio buttasse via tutto, ma questa è altra storia. Oggi mi viene da pensare che da sola mica ce la farei … sono emergenze che richiedono collaborazione. Controllo comunque di avere scorta di agente arancio.

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