La fine della notte

Corro spesso la mattina presto. Per vincere la pigrizia cerco nella memoria quella sensazione. Quella che provo, quando di colpo mi accorgo che la notte è svanita nel primo chiarore. Non è l’alba. Non è il giorno. E’ la notte che si scioglie. Un minuto prima era buio. Buio buio. E adesso meno. Qualcuno la chiamerebbe aurora. Ma è una parola che a casa mia non si è mai usata. E anche adesso mi suona troppo artificiale, per descrivere una sensazione così intima.

Ho imparato a gustare quella sensazione tanti anni fa. Quando la macchina era puntata dritta verso est. Lungo i quattrocento chilometri esatti di A4 che separano Milano-est da Trieste. E oltre. Partivamo verso mezzanotte. Quasi per andare verso un paradosso. Ma ad un certo punto la notte si scioglieva e ci sembrava di avere davanti tutto. Che tutto fosse possibile.

Anche oggi aspetto con attenzione quell’istante. Come un appuntamento ricorrente con lo stupore.

Quel minuto vale i piccoli dolori che le articolazioni ancora intorpidite usano per ricordarmi che non ho fatto abbastanza riscaldamento. Non ho fatto abbastanza stretching. Non ho fatto abbastanza attenzione a tavola.

Ma in quel momento speciale, anche quei piccoli fastidi si fermano di lato. Rispettosamente. Aspettano un po’, senza interrompere.

E se anche al lavoro poi fosse una di quelle giornate che lasciano pieni di perplessità, comunque quella giornata non potrà lasciare la sensazione di un giorno sprecato. E’ stato un giorno che comunque ha sciolto la notte. Proprio davanti a me.

3 comments

  1. Che bello ritrovare in qualcun altro, così per caso, l’emozione di un momento…
    Ho letto diversi tuoi scritti, mi piace come scrivi, mi ci ritrovo.
    Ciao

  2. Ho imparato anch’io ad osservare la notte che si sveglia in quel dell’autostrada.
    La mia era la A1. Dall’Emilia al Canton Ticino … tanti, tantissimi lunedì mattina.
    Restavo abbagliata dal cambiare della luce.

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