Uno e novantanove

unoenovantanoveCi sono libri belli. Ci sono libri brutti. Ci sono libri molto molto brutti.
Ci sono libri corti. Ci sono libri così lunghi che non si meritano neanche che li iniziamo a leggere. No, ma dico: pensi davvero che il mio tempo sia così poco prezioso da volermene rubare così tanto per leggere le tue parole? Ehi: autore! Parlo con te. Meno male: se n’è già andato.
Ci sono libri costosi e libri gratuiti.

E poi ci sono questi nuovi ebook. Li puoi avere in un minuto. Senza doverti segnare il titolo, cercare il tempo di andare il libreria, cercare quello (proprio quello!) senza farti distrarre dalle copertine di tutti i libri concorrenti. Senza compiere il solito rito di prendere il volume in mano, tu dritto in piedi, a pesarlo con gli occhi, a girarlo con le mani. Per cercare di intuire se perdura il fascino che ti ha portato fino a quel posto, fino a quel punto. O se il fascino ti si è già dissolto in mano.

Ma il problema degli ebook è il prezzo.
Davanti a un libro è chiaro il lavoro dell’autore, dell’illustratore,del tipografo, del rilegatore. Meno visibili ma percepibili sono anche i contributi del revisore, dell’editore, del distributore. La carta ha un costo, il trasporto ha un costo, l’affitto dei locali della libreria ha un costo.
Ma con i nuovi libri elettronici sembra che tutto sia appiattito. Come se ci fosse solo l’autore e dietro il nulla. Con la infantile illusione che l’autore scriva direttamente per noi, come se fosse una lettera che ci porta a mano.

Non discuto adesso del prezzo giusto di un ebook, ma ho ancora l’amaro in bocca per quello che mi è capitato. Inciampo in un libro scritto da gente intravista. Amici di amici che stimo molto. Mi incuriosisco. Lo scarico seguendo una strana liturgia. Il sito diceva “scrivimi a questo indirizzo che ti do la password”. Scrivo e in automatico arriva la password. E una frase “decidi tu quanto vuoi darmi, fallo con paypal. Fai così e così”.
All’inizio mi dico che è una bella idea. Nuova.
Poi mi chiedo quale sia il prezzo giusto. E qui mi perdo.
Lo inizio a leggere: è l’unico modo di capire quanto valga. Ma il pensiero si stacca spesso e torna attorno al prezzo.
Un libro costa 10 euro. Un ebook da niente a 10 euro. L’ultimo che ho preso costava 0,49 centesimi. Il penultimo 4,99.
Mi dico: ma adesso se pago 1 euro sembra una monetina buttata lì, nel cappello di un artista di strada, con pudico disinteresse.
Se lo pagassi 5 euro lo promuoverei a libro più che degno. Forse il prezzo giusto è 2 euro.
Intanto vado avanti a leggerlo. Trovo incongruenze, faccio fatica a capire chi parla. Piovono personaggi dal nulla. Altri spuntano tra le fessure dei periodi.

La simpatia preconcetta per l’autore vacilla. Vado avanti e perdo concentrazione. Uno e novantanove. Forse è questo il prezzo equilibrato. Penso la parola prezzo e non valore. Mi soffermo su questa differenza.
Adesso non ho più nessuna intenzione di andare avanti a leggerlo. Non mi piace neanche più.
Troppa fatica. Mi tengo un euro e novantanove e lo abbandono. Con sollievo.

11 comments

  1. A prescindere dai miei preconcetti sugli ebook (sono preconcetti, ne sono sicura, ma altresì sicura che siano preconcetti granitici) io ormai mi attesto su un ragionamento che dice più o meno: se una cosa costa la miseria di un euro e novantanove centesimi, il giudizio di valore che ne traggo mi suggerisce che allora tanto vale tenermeli.

    1. Stavolta dissento due volte. Non mi importa il supporto (carta o altro) basta che sia leggibile. Poi conta la storia, non la carta.
      E non è detto che sia sempre vero che prezzo basso sia valore basso. Se voli a Londra a 50 euro o a 500 alla fine sei sempre a Londa.

  2. Dietro a un ebook di norma c’è anche altro. Poi ci sono anche le soluzioni caserecce.

    Ma di solito c’è chi ha messo su la piattaforma di erogazione del multimediali, chi lo ha pubblicato, chi ha interfacciato i sistemi di billing. Chi ha fatto la scheda del libro,leggendolo e facendone una recensione, chi ha stabilito il prezzo e chi ha scelto l’eventuale brano per il preview. Oltre all’ebook, c’è di più.

  3. Credo che il prezzo lo debbano fare gli autori degli e-book o chi per essi, non chi li legge. Ma sarebbe interessante vedere quanto si pagherebbe un libro, anche cartaceo. Per alcuni che ho comprato mi farei pagare io per averli letti

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