Sarebbe la stampa, bellezza.

Eccomi. Ho le mani sporche di inchiostro. No, no, no: ferma. Nessun vanto da scrivano.
Ho semplicemente litigato con una maledetta stampante multifunzione.
Ad un certo punto ha cominciato a dirmi, nel suo inglese a cristalli liquidi, che manca il cestello della cartuccia.
No, guarda bene: c’è.
Per prima cosa faccio come facevano gli antichi. Spengo e riaccendo. Che non è una pratica molto tecnologica. Ma ha in sé quel po’ di cabala e di scaramanzia che la porta ad essere efficace, a volte. Tolgo rimetto. Ritolgo rimetto. Niente.
Cerco su un forum (ormai ce n’è per tutti i problemi della vita quotidiana).
Dicono come fare. Una sequenza magica di tasti per entrare nel menu. Mi faccio illudere dai ringraziamenti eccessivi di chi ce l’ha fatta.
Ci provo io.
Niente. Ancora quel messaggio di errore.
Provo a parlarle: no, stampante, guarda. Io la cartuccia te l’ho inserita. C’è. Guarda!
Niente.
La cosa che mi fa andare in bestia non è tanto il valore della stampante (meno di cento euro, penso).
Ma è il fatto di dover buttare via un oggetto funzionante per ricomprarne un altro pressoché uguale. Perché la stampante funziona. Anzi: funzionerebbe.
Non è questione di avarizia. E’ che sono stato abituato ad aggiustare le cose, invece che buttarle. Retaggio della vecchia saggezza contadina, che proibiva di buttare via qualsiasi cosa potesse potenzialmente tornare utile un giorno. Un giorno…! In realtà poi questa saggezza ha riempito i granai di ciarpame immondo. E solo quando si rifanno i tetti si prende il coraggio e si butta tutto. Ma la cultura del riparare, invece di buttare dovrebbe appartenerci di più. Oggi buttiamo oggetti quasi intatti per un graffietto, per un difetto del tutto secondario. Magari comprandone uno identico. Nuove materie prime, nuova energia, nuova CO2 per il trasporto. Dobbiamo metterci in testa che dobbiamo cambiare.
Adesso provo con le minacce. Aspettatemi…
Se non funziona voglio dare il buon esempio e farvi vedere che sarò io, per primo, a cambiare. Stampante.

14 comments

  1. Caspita, è vero: ci sono forum per qualsiasi potenziale problema della vita quotidiana. E la cosa che più mi innervosisce è trovare delle istruzioni che quando leggo la mia espressione è un pò cosi -> :roll: perchè non ci ho capito un ciufolo…poi scendo, leggo i commenti della gente felice per aver fatto una cosa banalissima che gli ha risolto la vita in quel momento e mi sento un perfetto deficiente con le idee più confuse di prima :lol:

  2. Saresti un cubano perfetto.”Todo sirve, todo se recupera” è’ una dei tanti slogan che campeggiano sui muri. Ma loro da più di 40 anni hanno l’embargo e ogni cosa ha più vite, mica come qui da noi che talvolta nemmeno si passa allo svezzamento! Anch’io sono una riparatrice, ma il mondo tecnologico mi mette a dura prova. Nei casi come il tuo quando soo al perso, stacco la spina per un po’ dicendo: ” Ne riparliamo quando sei più calma”. A volte funziona.

  3. E’ semplicemente il mercato in crescita del “print-on-demand”: la “demand” è “Vuoi stampare o no, c…o?!?!?!” :-P

  4. Uh, il rito del spegni, accendi, stacca la presa e riattacca.
    Leva la cartuccia, scuoti, sbatti, rimetti e riaccendi.
    A volte funziona, sì…e comunque hai ragione tu, dovremmo riparare e non gettare, ma ormai non si fa più, per nulla.
    Post godibilissimo, bravo!
    Però anch’io, come la nostra amica Claudia, voglio sapere com’è finita!

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