Io non ho mai comprato riviste troppo specialistiche. Le trovo terribilmente noiose e monocorde. Ma mi è capitato di passare un mese a trasmettere da Radio Ostiglia Stereo. Eh sì, se ci si vantava che era addirittura stereo, capirete la portata!
In quella radio oltre a tanti LP (vinile, certo!) c’era qualche rivista specializzata. RockStar, Mucchio Selvaggio, TV Sorrisi e Canzoni e altre che adesso vorrei ricordare al posto di TV Sorrisi e Canzoni.
Mi capita di leggere una intervista a Gino Paoli. Ecco: Gino Paoli è molto più vecchio dei miei genitori. E nonostante i cantautori siano il genere che preferisco, l’ho sempre sentito distante. In quella intervista, però, ha detto una cosa che mi è restata. Aveva passato da tempo i cinquanta anni e se ne è uscito con una frase che non mi aspettavo.
“Ho sempre pensato al significato di quello che canto. Ma oggi ho capito che se non canto bene, non arriva. Posso dire le più grandi verità, ma se poi canto male e non mi ascoltano, restano suoni senza significato”.
Fino alla lettura di quella frase, avevo sempre snobbato l’importanza della forma. Al massimo la consideravo un buon imballaggio, ma il contenuto è altro.
Invece allora mi sono fermato.
Ho capito la validità di quel punto di vista.
La necessità di trovare gli strumenti giusti per esprimersi.
Oggi non faccio il cantante (neanche il “Mogol”, come sognavo allora in un mondo che sognava di fare “gli U2”).
Ma quella riflessione, di altri, cadutami addosso in un pomeriggio di luglio, mi ha lasciato qualcosa.
Il contenuto è il valore intrinseco di ciò che si produce, ma è senza dubbio la forma quella che permette di venderlo.
Se i contenuti sono buoni e la forma scadente ci sarà un pubblico fatto di specialisti (o di cacciatori di originalità), se i contenuti sono buoni e lo è anche la forma si avrà un buon successo. Il meglio però è senza dubbio avere un contenuto scadente presentato in modo eccellente, è poco impegnativo, non costringe a pensare e per questo si diffonde in modo quasi virale.
Non sono d’accordo. Il contenuto scadente resta contenuto scadente. Ci freghi per poco, ma poi capiamo e ti abbandoniamo.
Ma vedi, l’essere abbandonato da chi si pone delle domande e cerca un contenuto valido è una perdita assai poco grave, si tratta di una minoranza.
Parlando in termini meramente numerici (e quindi monetari) è preferibile la massa dei babbalei che si ingoia qualsiasi porcheria ben incartata, piuttosto di chi cerca di scoprire se il pacco contenga veramente qualche cosa.
Basta dare uno sguardo a quali siano gli autori (scrittori e/o musicisti) che vendono maggiormente, o anche quali siano i libri da cui recentemente sono stati tratti film o serie televisive. O anche quali siano i film che sbancano al botteghino …
Eragon … True Blood … Vacanze in-ogni-luogo-del-mondo. Prodotti privi di contenuti, eppure …
Ci sarebbe molto da dire sulla Musica degli anni 70 e 80 piena di sostanza ma ricca di sonorità con quella moderna… ma preferisco rimanere in silenzio e ascoltare quella musica di un tempo passato ma ancora presente
musica?
scusa se ho generalizzato ma sai che io non ho orecchio :oP
Ultimamente vado al lavoro tutta in ghingheri. Dico le stesse cose, il mio vocabolario é rimasto quello, eppure colleghi e clienti mi prendono piu ‘sul serio’ e io stessa mi rendo conto di muovermi con piú sicurezza. Venerdí un cliente mi ha detto: ‘Chiedo a lei che dirige qui…’. Mai successo niente di simile. Chiaramente il mio capo non l’ha presa benissimo ghghgh
Se non altro ti sei tolta la soddisfazione di farlo arrabbiare. La forma conta, ma se c’è un contenuto dentro…
Il contenuto è lo stesso di prima. C’è voluta una nuova forma perchè qualcun’altro (oltre a me, che ho tutta la mia stima) gli desse valore.
“Quando ti ho vista arrivare…bella così come sei…”ehm, scusa, ma rammentandolo mi è partito il disco di Paoli. Forma e contenuto, tecnica e talento, passione e razionalità, bellezza e imperfezione. Un bel mix di queste caratteristiche credo sia molto. Per rimanere in questo tema, direi che la voce di Bono degliU2 è perfetta :.-) Ma l’abito non fa di certo il monaco!
Fermati!
A me Gino Paoli sta antipaticissimo, ma mi pare abbia detto una grande verità.
A me è peggio che antipatico: mi è indifferente. (Preferisco leggere i suoi testi, che ascoltare lui). Ma hai colto in pieno.
Che poi secondo me uno lo sente quanto il cantante non se ne frega niente di quello che canta, ma lo fa solo come virtusismo. E guarda che Paoli, sotto sotto, non è male. Anche il tributo che cantò per Faber su De Andrè è bello.
Non dico sia male Paoli, dico che parlavo d’altro. Ma so che hai capito.
Neanche io c’avevo mai pensato…ti turba in effetti.
Il pensiero, non Gino Paoli.
:-)
è l’affetto che passa tra le righe, più che la forma. insomma qualcosa sarà ma uno che canta bene per qualcuno che ha voglia di ascoltarlo passa sempre qualcosa. se penso a quanto mi ha passato baglioni da ragazzina sulla spiaggia ho quasi vergogna di me, eppure…siamo fatti anche di baglioni (dio che orrore di immagine)
Ma perché va a finire che mi insegni sempre qualcosa? :-)
nono, non è vero. non ho mica niente da insegnare sai.