Un sogno con la tovaglia a fiori

locanda casa costaQuando era il mio turno, passavo a prenderla per andare alla riunione. Facevamo volontariato assieme. Lei aveva due occhi di un azzurro così chiaro che la notavano tutti. (Se ci fosse quel cretino di Andrea Zago, qui, a leggere queste righe, direbbe che lui si è fermato una spanna e mezzo sotto gli occhi, e che non saprebbe dire di che colore sono. Ma Andrea era irresistibile proprio perché non perdeva occasione di fare il cretino. Ma questa è un’altra storia).
Cinzia non era mai puntuale. Ma arrivava colorata e trafelata, tanto che alla fine giravo il fastidio in benevolenza.
Nel tratto di strada da Cinisello al centro di Milano, parlavamo. Parlavamo tanto: di solito dell’università. O di progetti per il futuro immediato. Qualche volta addirittura di sogni per il futuro. Cose che vedevamo lontanissime e a cui non sapevamo dare una probabilità. Anche se eravamo molto diversi, facevamo volentieri quei tratti di strada. Andata e ritorno.
Cinzia sognava la campagna, la tranquillità di un posto suo. Ma senza rinunciare a quello che offre la città. Bella contraddizione questa frase. Ma è perfetta: questa era la Cinzia di quegli anni.

Poi passano gli anni e ci si perde di vista, anche se ho fatto in tempo a vedere un paio di volte Antonio (che sorprendentemente ha gli stessi occhi chiarissimi). Le bimbe invece solo in foto. Ma ormai sono passati anni. Una volta un matrimonio mi ha portato là vicino e non ci siamo incontrati per poco.

Mi è arrivata un’email qualche settimana fa. Mi chiede come sto e altre frasi di rito.
Poi la scrittura diventa di colpo luminosa. Dice che l’hanno fatta, lei e Antonio, quella pazzia. Hanno preso un vecchio casale in Piemonte e l’hanno trasformato in un locale. Non hanno abbandonato il vecchio lavoro, se ho capito bene, ma dalle foto è un posto magnifico.
Mi viene voglia di andarci, subito, con la mia famiglia. Sopportando ore di auto.
Non tanto per vedere il posto o per vedere Cinzia, Antonio e le bimbe con gli occhi azzurri.
Per vedere un sogno che gente sorridente ha avuto il coraggio di trasformare in muri, tavoli, fiori e aria.

(Non ci sono mai stato quindi come testimonial non sarei molto credibile: ma se il posto è come le foto del sito www.locandacasacosta.it dico che vale la pena farci un giro)

16 comments

  1. Ma quella “costa” è quella dei primi brindisi di giovinezza?
    Poi il brindisi ha preso un altro rito e la “formula” rimane invariata da anni!!!

      1. E’ passato un po’ di tempo… mi ricordavo che brindavamo a “costa qualcosa” e quindi ho fatto un’associazione sbagliata

  2. Il posto sembra proprio carino…anche io un giorno vorrei qualcosa del genere, un posto mio, un sogno che si realizza! Chi non lo vorrebbe dopotutto! Forse dovremmo solo smettere di sognare a vuoto e iniziare a fare davvero qualcosa in quella direzione…

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