Normalmente non sono ansioso. Normalmente ho imparato a guardare in faccia lo stress. Evito di chiamarlo col suo nome. Piuttosto gli sorrido e lui se ne va, deluso di non essere riuscito a rovinarmi la giornata.
Ma ci sono giorni in cui mi sembra di non riuscire a vedere la fine di quello che sto facendo. Mi sembra di essere sempre in ritardo. Sento che non riuscirò a rispettare le scadenze, i tempi, gli appuntamenti.
E come reazione mi comporto in modo irrazionale.
Per esempio se ho un libro da studiare o un lavoro da finire cerco di stimare quanto mi manca per finirlo. Conto le pagine, stimo la fine dei lavoro. Ma facendo così perdo ancora più tempo e non procedo di un passo.
Ma oggi ho trovato un nuovo modo di perdere tempo: scrivere questo post sul tempo perso.
A tempo perso.
quando si scrive…
mai perso. Vero.
(o quasi…) (boh!)
vedi!
:-)
Io non ci penso mai al tempo che scorre… no no…
no ma neanch’io, ci penso. NeaAAAAHHH!
Time out! Qui occorre una bella boccata di ossigeno.:-)..
bisogna sempre avere almeno il tempo di respirare
Tempo impiegato benissimo per scrivere questo superbo post…
mah! Se avessi avuto più tempo…
Il tempo, perso, non perso, che passa, che va troppo veloce, che dura troppo, che dura troppo poco, è un tasto dolentissimo della mia vita :)
Comunque, quando studiavo, la cosa di vedere quante pagine mancavano alla fine la facevo anch’io.
e questo mi dovrebbe consolare??? (-:
No, dovrebbe preoccuparti ;*
:-)
(non avevi tempo da perdere, vero?)
Ok, io sono uguale, specialmente sul discorso della stima dei tempi. La cosa che più mi angoscia è l’imprevisto, quello che tramuta il tempo perso in rimpianto. Brutto vizio questo di perdere tempo.
O magari è proprio l’imprevisto a piacermi, il rischio. In una vita comandata dalla routine è spassoso oltrepassare la linea gialla di sicurezza.
Capita che il tempo perso sia quello impiegato nel migliore dei modi.
…comunque non mi sembra di aver perso tempo a leggere il tuo post sul tempo perso…