Ci sono nostalgie che vanno bene solo per i poeti tristi. Robaccia.
Inutili scatole da tenere nell’armadio solo per la paura di buttarle vie. Perché magari un giorno ci serviranno e avremo il rimpianto di non averle tenute. Tanto poi lo sappiamo che prenderanno solo posto. Lo sappiamo da adesso. Ma non abbiamo il coraggio di liberarcene.
Invece ci sono nostalgie belle. Sì, lo so: nella nostalgia c’è il dolore. Persino nel suo etimo non è difficile da individuare. Ma ci sono davvero nostalgie belle.
Si sente il dolore, ma si sente lontano. E si viene sopraffatti da uno stupore sognante, che lenisce questa mancanza.
Quando avevo una decina di anni siamo andati al mare in giornata. Ai lidi ferraresi, distanti (chissa?) un paio d’ore da dove ci trovavamo. Ci siamo andati con la mia famiglia e quella di un cugino di mio padre. Famiglia che aveva ritmi e figli paragonabili a noi. Il mare non dev’essere stato niente di speciale, perché l’ho dimenticato subito.
Ma a un chiosco abbiamo preso dei cosi fritti. Ce li hanno dati in una carta di quotidiano, che a vederlo così non sembrava tanto pulito.C’è da dire che prima dell’era del colesterolo, il pesce si mangiava poco. (Capita quando nasci in una regione senza mare.)
Ma quei pesciolini, quei gamberetti, quei calamaretti, quei qualunquecosafossero erano davvero buonissimi.
Tanto buoni da avermi lasciato una nostalgia per quel posto, quel momento, quel cartoccio.
Ecco: queste sono le nostalgie buone. Quelle che ti lasciano un sapore in bocca e nella testa. E non ti impegnano spazio negli armadi e nel cuore.
e poi…non dimentichiamo:
se abbiamo nostalgia di qualcosa/qualcuno…
vuol dire che l’abbiamo avuta/o…ed il ricordo è nostro.
Per sempre!
;-)
Ma è sul “come” viviamo quel distacco, che volevo mettere l’accento.
Che bella cosa la nostalgia buona.
Come quel giorno in cui ho messo i miei ricordi dentro il baule.
O ieri, mentre riordinavo i cd… che bello. Bravo Simone, hai fatto bene a scriverne!
Basta saper distinguere. Ci vuole metro e passione.
Hai ragione!
Anche se non è facile, almeno per me, liberarsi di nostalgie ingombranti
Dalla loro hanno un potentissimo asso pigliatutto: il tempo purtroppo andato.
Mi hai fatto venir voglia di fritto misto ;)
grazie, ma la mia non era pubblicità subliminale della paranza…
Lo so. Sono io che sublimino a sproposito.
Le conosco benissimo, quel tipo di nostalgie.
Belle.
(e bel post)
grazie Claudiappi
Il problema sorge quando è il pesce ad avere nostalgia del mare…
Nostalgia canaglia….è affascinante però quando capita all’improviso che si sente un profumo, un colore, un suono ed imbattersi in dei ricordi improvvisi…poi dipende da come si è nell’intimo, per me la nostalgia spesso coincide con rimpianto…ma stiamo migliorando
….dimenticavo…anche io associo i calamari fritti ad una domenica al mare a pranzo fuori con i mie (evento rarissimo….), mare insignificante…sapore un po’ così ma non era quello che contava…il sole, la serenità, e la consapevolezza che me ne sarei ricordato per sempre….
Vedi? Tutto torna, tutto
Bello, e anche l’immagine è ben abbinata (non so come tu abbia fatto a trovare un’immagine “nostalgica” delle seppioline :) ).
Vero, la nostalgia è dolce a volte, e nel tuo caso sa di pesce. Ci sono emozioni che hanno un sapore, è quello che resta e a lì si torna.
L’immagine si costruisce. Con le parole è più difficile.
Grazie delle belle parole